Le associazioni Bianchi Bandinelli, Italia Nostra, Memoria e Futuro e la Confederazione Italiana Archeologi apprendono con profonda preoccupazione di un progetto già finanziato dalla Regione che potrebbe arrecare gravi danni al patrimonio archeologico della Nazione conservato in Sicilia Specificatamente, all’area archeologica su Monte Calvario a Centuripe.
Come si può trasformare un’idea di parco urbano nell’area archeologica vincolata sul Monte Calvario a Centuripe, nota per le sue case ellenistiche decorate da affreschi, nel progetto esecutivo di una devastante e invasiva messa in opera di profonde palificate, paratie, reti zincate con ancoraggi fino a tre metri e un reticolo di funi di acciaio, che è stato già finanziato dalla Regione nonostante non sia stato sottoposto preventivamente al parere della Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Enna?
L’impossibile alchimia è avvenuta per opera del Comune di Centuripe che, nell’affannosa ricerca di fondi, ha colto al volo l’occasione di ottenere un finanziamento di 5 milioni di euro dal Commissario per il contrasto al dissesto idrogeologico, dichiarando un “rischio all’incolumità pubblica” che, però, non era stato evidenziato in precedenza, nonostante siano coinvolte molte case con residenti e una scuola. Stranamente la zona non è stata evacuata e la scuola non è stata chiusa. Questo fa sorgere il sospetto sulla effettiva portata del rischio. Insomma: si potrebbe trattare di procurato allarme o, al contrario, di grave negligenza nel non attuare alcun piano di evacuazione o allerta.
Chiediamo quindi all’Amministrazione comunale spiegazioni più approfondite circa tale dichiarazione di emergenza idrogeologica e, se essa realmente sussista, di agire immediatamente di conseguenza.
Dalle foto aeree del sito, che pubblichiamo in questo Comunicato Stampa, sembrerebbe, in realtà, di ravvisare solo dei piccoli smottamenti di terreno dovuti alla mancata manutenzione del sistema di muretti a secco che nei secoli ha salvaguardato la caratteristica formazione conica del Monte Calvario. Dunque, sembra proprio che la legittima aspirazione della comunità cittadina ad un “parco urbano dell’antica Kentoripa”, la cui prima ipotesi risale al 1991, poi sottoposta a numerose revisioni nel corso degli anni, sia stata utilizzata dall’amministrazione comunale, strumentalmente, per acquisire un preconfezionato progetto di “mitigazione del rischio idrogeologico”, che consentirebbe di accedere ad un ingente finanziamento, ma metterebbe a rischio la salvaguardia del patrimonio archeologico centuripino.
L’unico “rischio” certo, infatti, nel sito di Monte Calvario è quello archeologico, determinato dalla documentata presenza sulle balze terrazzate della collinetta circolare di resti monumentali antichi in gran parte ancora sepolti.
Per questo l’area è stata dichiarata di interesse archeologico nel 1990 con un vincolo specifico che ne prevede una tutela e conservazione integrale. Agli inizi del secolo scorso, vi fu scavata la cosiddetta “casa ellenistica” con decorazioni affrescate parietali di II stile e pavimenti in signino. Saggi di scavo della fine degli anni Ottanta rivelarono che l’abitazione non doveva essere isolata e che l’area doveva ospitare un quartiere ellenistico sistemato a terrazze. In età imperiale è documentata una tomba e una poderosa cisterna denominata “La Panneria”. Costituisce quindi un atto gravissimo il fatto che il progetto esecutivo di messa in sicurezza, “già in possesso della Struttura commissariale contro il dissesto idrogeologico”, non sia preventivamente passato per la valutazione dalla sezione beni archeologici della Soprintendenza BB. CC. AA. di Enna, competente per territorio: tale progetto esecutivo “consentirà agli uffici di avviare celermente le procedure necessarie a indire la gara d’appalto per affidare i lavori”. Insomma, nessuno disturbi il manovratore che intende spianare i resti archeologici come fossero inutili orpelli di cui disfarsi. Dagli elaborati progettuali pubblicati apprendiamo, infine, che il Commissario di Governo ha convocato una conferenza dei servizi, prevista in prima seduta per mercoledì 10 agosto, “stante la necessità di acquisire pareri, intese, concerti, nulla osta o altri atti di assenso finalizzati all’approvazione del progetto esecutivo (sic!)” su Monte Calvario, come se non fosse prevista alcuna forma di dissenso. Inoltre, “la mancata comunicazione della determinazione entro i termini sopra fissati equivale ad assenso senza condizioni”. Alla suddetta conferenza è stata invitata anche la Soprintendenza, ma dal tono della convocazione risulta evidente l’intenzione di mettere in soggezione l’Istituto di tutela, cui spetterebbe solo un compito di ratifica di una volontà governativa già presa, a pena di far disperdere i consistenti fondi già impegnati. Un diniego della Soprintendenza al progetto già finanziato sarebbe la dimostrazione della tesi sostenuta dal Presidente della Regione dimissionario Musumeci: ovvero che “l’Archeologia e gli archeologi nuocciano gravemente alla Sicilia!”
Da questa convinzione discende la sistematica esclusione degli archeologi dalla direzione dei 14 parchi archeologici siciliani e la recente “rimodulazione” dell’amministrazione regionale dei beni culturali che ha soppresso l’autonomia scientifica delle sezioni tecniche, tra cui quelle archeologiche e storico-artistiche, rendendo in tal modo le Soprintendenze semplici uffici burocratici alla mercè degli esecutivi. Nessuno dovrà e potrà più disturbare il manovratore!
Associazione Bianchi Bandinelli
Italia Nostra – Onlus
Associazione Memoria e Futuro
Confederazione Italiana Archeologi